lunedì 7 settembre 2009

Wikipedia freedom

L'idea era quella di rientrare dalla ferie e riprendere in mano questo blog, con i soliti buoni propositi post vacanzieri, tra cui ad esempio modificare il layout - che forse farò - ma soprattutto dargli dei contenuti - che provo a cominciare a fare.

Wikipedia, il più famoso collettore di contenuti online, l'enciclopedia libera, mi è parso dunque argomento pertinente per cominciare.
Mi rendono facile la cosa il chiacchericcio odierno sulle diverse ragioni di un fallimento e i miei studi (vabbè!) sugli UGC di questi ultimi tempi.
Senza pretese di compiutezza cerco di riassumere brevemente, limitandomi ai contenuti e non affrontando altro genere di argomentazioni pure a me care (diritto d'autore, diffamazione ...)
Wikipedia, 'cultura veloce', (wiki vuol dire veloce in hawaiano, pedia in greco significa cultura), nasce dall'idea di creare un'enciclopedia multilingue online e collaborativa, non regolata da nessun comitato di redazione centrale: le sue voci sono scritte spontaneamente da centinaia di migliaia di volontari non pagati, che si organizzano autonomamente stabilendo da soli le regole interne e lo svolgimento degli argomenti nelle voci (cit.)
Wikipedia, the free enciclopedia that anyone can edit!
Su Wikipedia, infatti, ognuno può non solo creare una voce, ma anche correggere quella che ritiene inesatta, anche se questo potrebbe instaurare un circolo vizioso di correzioni su correzioni ... e non solo. Come dimostra ad esempio l'esperimento fatto da L'espresso qualche anno fa (Chi ha paura di Wikipedia, di Alessandro Giglioli, gennaio 2006).
Insomma, nessuno potrà essere sicuro che la voce da lui cercata (e trovata) riporti verità assolute: nessuna voce può considerarsi scevra dall'essere influenzata dal background di chi la scrive (bisognerebbe comunque ammettere che questo avviene a prescindere dall'autorevolezza che si può attribuire all'autore della voce, e a questo si potrebbe obbiettare che l'approccio a un contenuto professionale è più consapevole anche sotto questo profilo).
Questo succedeva fino a ieri!

Da un po' di tempo si è cominciato a parlare di un rallentamento nella crescita del progetto, inizialmente ipertrofica, attribuito ad un maggior rigore e minore anarchia nella pubblicazione dei contributi, che se da un lato ha comportato un risultato più "elevato" in termini di contenuti, dall'altro ha limitato notevolmente il numero dei 'contribuenti' ... e inevitabilmente dei contributi.
Ultimamente, poi, sono stati introdotti nuovi correttivi, alcuni dei quali saranno operativi dal prossimo autunno.
Mi riferisco al wiki trust, per evidenziare con colori l'attendibilità dei contributi aggiuntivi, che dovrebbe aiutare a distinguere la parti di testo stable da quelle unstable.
E mi riferisco soprattutto alle flagged revision (che sarebbero dovute partire per la versione inglese, ma per ora pare che solo quella tedesca le abbia adottate): un numero di esperti che controllano le correzioni che potranno realmente essere inserite, entrando a far parte della voce di Wikipedia.
Il tutto per rendere più attendibili i contenuti in quanto a veiridicità ed evitare spiacevoli vandalismi (che si sono manifestati, non nascondiamocelo) nei confronti di qualcuno.
Anche se c'è chi sostiene che questo già avvenga, pur senza che queste pratiche siano pubbliche.

Conclusione del riassunto: c'è chi parla(va) di disfatta di Wikipedia in quanto ad attendibilità; c'è chi - come Eco - si schiera a favore di "centri di monitoraggio di internet"; c'è chi sostiene che Wikepedia si sia trasformata da movimento ad istituzione, e per questo parla del fallimento di Wikipedia come di un tradimento classista, che allontana il progetto da quegli standard di libertà assoluta di espressione e di pensiero che lo avrebbero da sempre caratterizzato.
Considerando il mio attuale approccio critico al partecipative web non so ancora che posizione adottare, ma se la prima visuale non mi è mai appartenuta, la seconda come prospettiva mi spaventa sotto molti punti di vista, non posso nascondere che neanche la terza posizione mi convince granchè ...

2 commenti:

virginia gentilini 7 settembre 2009 alle ore 17:11  

Queste posizioni non ti convincono a ragione, perché sono tutte fatte in qualche misura con parametri del passato.

La disfatta di W. in quanto ad attendibilità è già stata sconfessata dal famoso paragone con l'Enciclopedia Britannica del 2005, che dimostrava un tasso di errore paragonabile nelle 2 risorse. Gli editori di risorse enciclopediche sono infatti in piena crisi: Britannica, Treccani, tutti stanno affogando penosamente sotto lo standard di fatto costituito da W.

Eco, semplicemente, dimostra la sua età. Avrebbe voglia di proporsi lui personalmente per il monitoraggio di internet? ;-D

L'idea del tradimento classista viene dalla vecchia visione utopistica della rete, l'età d'oro in cui pochi duri e puri giocherellevano col giocattolo nuovo... gli si può ribattere che il loro è snobismo, se pur di sinistra.

Non che W. sia perfetta o non corra rischi, ma penso che critiche di questo tipo non facciano che ratificare (con un po' di coda di paglia) il fatto che ha comunque già vinto.

Adriana Augenti 9 settembre 2009 alle ore 19:17  

Rispondo al tuo commento solo oggi un po' per problemi di .xml un po' per impegni differenti.
Nel mio post iniziale non ho volutamente introdotto altre notizie che riguardano Eco ... e wikipedia.
Visto che non è la prima volta che Eco parla di wikipedia però vale la pena dare uno sguardo anche a questo articolo uscito a maggio su wired.it:
http://www.wired.it/news/archivio/2009-05/28/fare-eco-a-wikipedia.aspx

Specifico che il terzo approccio non solo non mi convince, ma non mi piace proprio!
Per usare una frase celebre, la libertà è un dovere, prima che un diritto è un dovere (o. Fallaci), e non è cosa facile da gestire ...
Comunque vedo che o per un motivo o per l'altro in questi giorni Wikipedia fa parlar molto di se, chissà che non scriva qualche altro post.

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