mercoledì 14 gennaio 2009

Tre gocce di Chanel (N° 5), diamanti e bollicine


Bionde, ancora bionde.
Bionde famose, bionde chiaccherate.
Chissà cosa penserebbe uno psicanalista di una che su 4 post in croce pubblicati sul suo blog parla due volte di bionde ... non essendo mai stata bionda.
Però il mio profumo è chanel N° 5, mi piacciono i diamanti (sfido qualsiasi donna a dire il contrario, anche se non disdegno neanche i rubini) ... e adoro le bollicine!
A far ghiotta l'occasione infatti non sono stati nè le bionde, nè i profumi, nè i diamanti.
Galeotte furon le bollicine!
Essì, perchè quando leggo che "Tutti copiano le bollicine italiane" mi viene in mente Antonio che la notte di Capodanno mi dice (per l'ennesima volta): "Sarò un'incompetente, ma a me lo champagne non piace".
Queste le sue considerazioni sulle bollicine.
Le sue considerazioni che mi vengono in mente proseguendo nell'articolo, in cui si parla della bionda e nuda Paris Hilton dipinta d'oro come testimonial di RICH Prosecco, credo sia meglio censurarle.
E' per la questione del mettere il prosecco in lattina, che avete capito!

Mentre mi interrogo sul perchè mai il Giornale abbia inserito nel titolo la parola copyright mentre in realtà è di IGT (Indicazione Geografica Tipica) che si parla, cosa ben diversa, mi vengono in mente due cose.
Una è un'altra bionda famosa e chiaccherata, a cui piacevano le cose preziose e le bollicine, e le cui immagini di lei nuda hanno fatto storia, in molti sensi.
L'altra è il perchè non compro il Giornale e mi limito a leggerlo on line quando qualche keyword me lo restituisce nella SERP ... ma questa è un'altra storia!
Per cui, anche in considerazione del fatto che ho in corso un certo approfondimento sul diritto dell'immagine e sul suo sfruttamento commerciale con l'amico e collega Marco Scialdone, mi capita una volta in più di soffermarmi sulle bionde.

Perchè è noto ai più che l'immagine della bionda Marilyn sia stata pubblicata nelle più molteplici versioni, oggetto di opere importantissime a partire da Andy Warhol a finire alle fotografie di Bern Stern.
E dico finire solo perché ha non più di un paio di giorni la notizia della chiusura della diatriba sulle ultime foto nude scattate a Marilyn, sei settimane prima di morire, tra Bern Stern e altri due fotografi, Michael Weiss e Donald Penny (chiusa a favore di Bern Stern).
Ma se ne potrebbero portare mille di esempi.
Per non parlare delle innumerevoli imitazioni cabarettistiche, teatrali, cinematografiche.
Marilyn si era creata un'immagine così caretterizzata e così incisiva che era (ed è!) difficile:
non aver desiderato almeno una volta, anche per solo per vezzo (l'abito bianco che si alza sul condotto d'areazione) di emularla;
non essere riconoscibili quando si cerca di farlo.

Paris Hilton nuda come testimonial di un vino.
Marilyn nuda come testimonial (e addirrittura sull'etichetta) di un vino ... anzi due.
Eh già, perchè all'epoca (2006) il fotografo che deteneva i diritti di sfruttamento commerciale di quell'immagine di Marilyn, terminato il periodo per cui era stata concessa la licenza d'uso a quella determinata cantina, pensò bene di cedere la licenza d'uso della stessa immagine ... a un'altra cantina! La quale a sua volta la utilizzo come etichetta.
Qui si che centrava il copyright!
Meglio, qui marchi (e in particolare trade dress) e copyright si mischiavano pericolosamente.
L'agente di Marilyn aveva concesso alla prima cantina l'uso per i suoi vini del marchio registrato Marilyn Monroe. Il fotografo la licenza d'uso di quell'immagine di Marilyn.
Però, ad un certo punto, per la prima cantina si era esaurito il periodo di licenza sull'immagine che aveva usato per uno dei suoi vini, e la seconda cantina aveva acquistato licenza sulla stessa immagine e l'aveva usata per l'etichetta di un suo vino.
Ma quell'etichetta, con quell'immagine su cui la seconda azienda vinicola vantava diritto d'uso, poteva creare rischio di confusione con la prima cantina, che l'aveva usata per 20 anni, nonostante allo stato fossero (e non potessero che essere) diverse.
Bel grattacapo, che la Corte decise in favore della prima azienda vinicola, non senza destare perplessità da parte di alcuni addetti ai lavori.

Rischiamo di trovarci una bionda e nuda Paris Hilton sull'ettichetta dei prosecchi di Conegliano-Valdobbiadene?
Che almeno non ce lo mettano in lattina!!!!!

2 commenti:

Anonimo,  16 gennaio 2009 alle ore 17:25  

Bell'articolo.. si comprende quanto sia il diritto online la tua passione... anche a me non piacciono le bollicine dello Champagne :)

Buon proseguimento :)

Anonimo,  31 gennaio 2009 alle ore 14:06  

Il tempo passa e anche la legge che sta cambiando i marchi delle nostre (e vostre) ed europee bottiglie di vino sta avanzando. Sulle bionde taccio: mi sono ricordato di essermi negato ad una bionda stupenda per dieci notti cnsecutive da giovame, che dire? Meglio disquisire sl vino. O delle dimensioni delle bollicine che rendono appetibili queste o quelle pietanze. Il ricordo di Andrea che non reggeva un grammo di vino ma beveva solo chmpagne a capodanno, quello dei suoi amici che invece lo accompagnavano a salmone ma solo del pacfico, quando il salmone non era ancora allevato... ed infine tramezzini e champagne srviti comne unica pietanza nell0autogrill appena fuori bibao in autorolll che in realtà era i casino del regim che sarebbe crollato con la morte del Caudillio un anno dopo. Bollicine solo bollicine. Diverse da quelle disciolte nell'acqua gassata di questo capodanno. Mentre bindavo ed inviavo un sms lontano in Europa.

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